Di professione faccio il geometra.
Quando Massimo mi ha chiesto di scrivere un articolo sul migliore compasso sono letteralmente saltato sulla sedia.
Avere finalmente la chance di condividere con gli altri ciò che appreso in anni di pratica, non ha prezzo.
Contenuti:
I Migliori Compassi Sul Mercato (Guida Definitiva)
Compasso Staedtler Noris 550 02
Giunti sin qui, vediamo una lista di validi compassi da poter utilizzare in ambito scolastico e professionale. Il mio preferito è senza dubbio il modello Noris 550 02 prodotto da Staedtler, leader nella produzione di prodotti di cancelleria.
Dotato di una forma semplice e minimalista, il compasso Staedtler consente all’utente di poter sostituire l’ago e la mina con estrema facilità, venduti entrambi all’interno della medesima confezione. Si tratta di uno dei pregi più noti del dispositivo: l’interscambio delle mine, ad esempio, è garantito dalla semplice rotazione di una vite posta su uno dei lati del compasso.
Altrettanto semplificata è l’apertura delle due aste dello Staedtler: il dispositivo può essere allargato con estrema facilità attraverso l’impiego della vita collocata al centro della struttura del compasso, collegata ad entrambe le gambe dello strumento.
Ho trovato particolarmente utile la metratura presente sulla scatola plastificata del compasso. Sul lato destro dell’apertura frontale dello Staedtler, infatti, è presente una sorta di righello incorporato lungo 17 centimetri, essenziale per poter adoperare il compasso anche senza un righello singolo a portata di mano.
Un difetto può essere riscontrato nel fatto che l’intera struttura del compasso, ad eccezione della puntina, è in plastica dura, un fattore che rende il dispositivo assai più leggero rispetto a un qualsiasi modello in ferro, e dunque leggermente meno stabile in caso di un utilizzo tutt’altro che delicato dello stesso.
Nel complesso, però, lo Staedtler Noris 550 02 rimane un compasso di buon livello, adatto a una vasta gamma di operazioni grafiche manuali.
Compasso Maped 196100
Un compasso altrettanto degno di nota è il modello 196100 prodotto da Maped. Il dispositivo in questione presenta un design leggermente più arrotondato rispetto a quello dello Staedtler: le aste del Maped, infatti, vantano una forma assai più sinuosa rispetto a quella del compasso precedentemente descritto, come si può denotare osservando le linee compositive del dispositivo.
Un punto di forza da non sottovalutare, assente nel compasso Staedtler, è la presenza di un blocco manuale collocato all’altezza dell’apertura delle aste. La rotellina, infatti, presente nella stragrande maggioranza dei compassi sul mercato, nel Maped risulta completamente assente, sostituita da un blocco da inserire a seconda delle esigenze e dell’apertura dei bracci del compasso stesso.
L’inserimento del blocco è una soluzione particolarmente valida per coloro che, nell’adoperare un compasso, si ritrovano a fare i conti con strumenti poco stabili e dalla rotella eccessivamente labile. Da questo punto di vista, il Maped è uno dei modelli più affidabili sul mercato: una volta inserito il blocco, le gambe del dispositivo risultano completamente irremovibili.
Un piccolo svantaggio dello strumento è dato dalla poca ampiezza dell’apertura delle gambe. Poco vantaggioso è anche il fatto che lo strumento sia dotato di una sola mina di ricambio, a differenza dello Staedtler che, al contrario, garantisce un numero maggiore di ricambi all’interno di una singola confezione.
Compasso Staedtler Mars 552 01 PR 1
Ritorniamo nell’ambito dei prodotti Staedtler con il modello Mars 552 01 PR 1. Lo Staedtler Mars si contraddistingue in particolar modo per l’eccezionale validità del sistema di regolazione rapida insita nella struttura del dispositivo.
A differenza della maggior parte dei compassi in commercio, il Mars 552 consente all’utente di allargare o restringere l’apertura dello strumento esercitando semplicemente una pressione variabile sui supporti collocati ai lati delle aste. Premendoli entrambi, infatti, la rotella si alleggerisce per permettere all’utente di muovere le “gambe” del dispositivo con maggiore libertà, evitando di “perdere tempo” nello spostamento della rotella stessa al fine di individuare l’apertura desiderata.
Altro vantaggio considerevole del Mars 552 è il fatto di essere venduto direttamente con più ricambi delle mine (da 0.5 millimetri) nonché con una matita-penna di grande utilità, essenziale per portare a termine progetti grafici di varia tipologia. Va precisato, però, che la punta della matita-penna risulta estremamente delicata, tanto che a un primo urto potrebbe rompersi internamente e con facilità eccessiva.
Un piccolo svantaggio è dato dalla durezza notevole della rotella, la cui morbidezza può essere raggiunta solamente a fronte di un utilizzo costante del dispositivo.
Set SRXWO da 8 pezzi
Particolarmente interessante è il set SRXWO da 8 pezzi racchiusi all’interno di una sola e unica confezione. Il set in questione è dotato di compasso, mine di ricambio, due squadrette, goniometro, gomma da cancellare, matita-penna e righello, un mix che rende il prodotto in questione un vero e proprio must.
Grazie alla varietà di prodotti, infatti, tutti riuniti in un singolo set, lo studente o il grafico potrà adoperare il proprio compasso in combinazione con gli altri elementi che compongono il kit. Sono ben pochi i set che possono vantare un numero così ampio di articoli per il disegno tecnico, una particolarità che rende il prodotto in questione indispensabile per una vasta gamma di operazioni tecniche e grafiche.
Le minori dimensioni del compasso si traducono in una minore ampiezza dei cerchi eseguibili per i propri scopi, ma ciò non inficia minimamente la qualità del prodotto. Nel complesso, infatti, lo strumento può essere usato in combinazione con tutti gli altri elementi che compongono il set: durante il disegno tecnico si potrà passare rapidamente dall’uso del compasso alla squadretta, per poi perfezionare i dettagli con la matita-penna.
Compasso professionale Staedtler 553 01
Facciamo nuovamente ritorno ai prodotti Staedtler, in questo caso soffermandoci sul compasso professionale 553 01. Lo strumento in questione si contraddistingue per le forme più ampie rispetto a quelle dei compassi precedenti, come si può denotare al primo utilizzo del dispositivo.
Così come abbiamo già avuto modo di denotare nello Staedtler Mars 552, anche nel 553 ritroviamo la possibilità di allargare o restringere le gambe del compasso semplicemente facendo pressione sui supporti in rilievo collocati sulle aste del dispositivo. Ciò consente di aprire le gambe del compasso con estrema facilità, poiché la rotella posta al centro della struttura, essenziale per poter allargare e restringere l’apertura delle gambe stesse, viene alleggerita dal movimento descritto, permettendo all’utente di lavorare con maggiore velocità.
Come la maggior parte dei compassi in commercio, anche il 553 01 viene venduto direttamente con i ricambi delle mine. E non solo: in caso di rottura (piuttosto improbabile) dell’ago per il puntamento del compasso, l’utente ha la possibilità di sostituire l’ago stesso con un ricambio, presente anch’esso nella medesima confezione.
Va precisato, però, che rispetto ad altri compassi il modello in questione viene venduto senza estensione, permettendo di disegnare unicamente circonferenze di diametro non superiore ai 15 centimetri.
Compasso Koh-I-Noor H91148N
Si cambia marchio e struttura con il compasso H91148N prodotto da Koh-I-Noor. Il dispositivo, alla pari dello Staedtler 553 01, vanta un telaio interamente in metallo, ma a differenza del precedente è dotato di un braccio supplementare in grado di aumentare notevolmente l’ampiezza delle circonferenze da tracciare.
Quello appena descritto è un vantaggio considerevole: grazie all’installazione di un semplice ma quanto mai efficiente braccio supplementare, infatti, le circonferenze tracciabili manualmente superano ampiamente i 30 centimetri di raggio, garantendo agli utenti un numero più elevato di elaborazioni grafiche.
Sul piano strutturale, mi sento di consigliare il modello in questione per l’eccezionale robustezza del telaio, l’ideale per poter adoperare il compasso in tutta sicurezza. La robustezza, infatti, viaggia di pari passo con la stabilità insita nel dispositivo, essenziale per poter lavorare senza che lo strumento possa essere attraversato da movimenti imprevisti durante l’esecuzione di un disegno.
Uno svantaggio insito nel compasso, però, denotabile sin dal primo utilizzo dello strumento, è la notevole leggerezza della sua struttura, pur essendo concepita in metallo. Adoperando il modello H91148N, infatti, si dovrà fare particolare attenzione nel maneggiare il dispositivo, poiché il suo telaio risulta decisamente più leggero della media.
Migliore compasso da falegname: fresa rotante OLFA
I compassi scolastici sono i più diffusi in ambito professionale, specie per via delle loro forme contenute e della relativa semplicità nell’utilizzo. Tuttavia, sul mercato esistono compassi che, in virtù delle loro caratteristiche, vengono impiegati in particolar modo in ambito artigianale e industriale.
Un esempio di tale tipologia di compassi è dato dalla fresa rotante OLFA, la quale, pur avendo ben poco a che vedere con i compassi tradizionali, condivide con questi ultimi la possibilità di tracciare cerchi perfetti per finalità industriali.
Alla pari di un compasso classico, la fresa rotante OLFA è dotata di una punta di appoggio per garantire la stabilità dell’intera struttura. Al lato opposto della fresa è presente la lama che, di fatto, si occuperà della realizzazione e del taglio dei cerchi, con la taglierina dotata anche di bussola a cricchetto, essenziale per garantire una precisione millimetrica durante le operazioni di taglio.
Tra i vantaggi più rilevanti riguardanti l’utilizzo della fresa OLFA vi è il fatto di poter essere adoperata in maniera ambivalente sia dai mancini che dai destrorsi, senza che una postura differente possa inficiare la buona riuscita dei tagli. A ciò si aggiunge la possibilità di evitare che l’operazione di taglio, di per sé delicata, possa produrre eventuali fori in grado di danneggiare la superficie di lavoro. Il tutto è reso possibile dalla presenza di un pratico cuscinetto in gomma, essenziale per evitare che la lama possa prodursi in movimenti imprevisti e pericolosi.
Migliore compasso ad angolo retto: compasso Faithfull
Se il compasso “scolastico” è il più adoperato nelle scuole e negli istituti tecnici, in ambito professionale e industriale l’utilizzo del compasso ad angolo retto è assai più comune. Un esempio, in questo caso, è dato dal compasso Faithfull, in grado di raggiungere sino a un’ampiezza massima di 200 millimetri in fase di apertura dei bracci.
La particolarità del Faithfull è data dalla sua struttura solida e robusta: a differenza dei compassi comuni, generalmente costituiti in plastica dura o in metallo, il Faithfull è concepito con un telaio in acciaio forgiato, una peculiarità che dona allo strumento un’incredibile resistenza agli urti e ai danni.
Tuttavia, la composizione in acciaio si traduce anche in un peso maggiore dello strumento: l’utilizzo di un simile compasso in ambito artigianale e industriale potrebbe risultare meno pratico per una persona dotata di poca manualità, dovendo fronteggiare un peso non indifferente (più di 200 grammi) dello strumento qui descritto.
La qualità del compasso Faithfull, in ogni caso, non si discute. Lo strumento è in grado di realizzare alla perfezione sia cerchi che archi, assistendo l’utente durante ogni fase esecutiva. Le gambe del compasso, dotate di tipica sezione quadrata, favoriscono un miglior grip e un miglior equilibrio all’intera struttura del dispositivo.
Per chi fosse interessato comunque ecco qui un bel link con la storia del compasso.
Domande Frequenti
A cosa serve il compasso?
Il compasso è uno strumento di assoluta utilità in ambito tecnico. Contraddistinto da una forma relativamente semplice, il compasso permette all’utente di realizzare cerchi perfetti in pochi secondi, scegliendo le dimensioni del diametro degli stessi a seconda delle esigenze dell’utente stesso e delle possibilità garantite dallo strumento.
La realizzazione di un cerchio attraverso l’uso del compasso si basa essenzialmente sulla rotazione di una mina (composta di grafite semplice, presente anche nelle matite) attorno a un perno, quest’ultimo essenziale sia per garantire l’appoggio del compasso sul supporto orizzontale, sia per garantire la corretta rotazione del dispositivo.
Esaminando la struttura di un compasso, ci si rende immediatamente conto dell’estrema semplicità insita nella sua conformazione. Un compasso comune è costituito da due assi differenti, le cosiddette “gambe” del compasso: l’una presenta la suddetta mina, l’altra vanta il perno (generalmente metallico e appuntito) attorno al quale ruota la struttura dello strumento.
Entrambe le punte (della mina e del perno) emergono dai loro assi portanti, costituenti la “muscolatura” del compasso, e possono essere estese oltre la loro lunghezza di base a seconda delle esigenze.
Detto ciò, approfondiamo l’utilizzo del compasso.
Come usare il compasso?
Usare un compasso è relativamente semplice. Indipendentemente dalle dimensioni dello strumento e dalla tipologia di materiali compositivi (generalmente acciaio, ferro o legno), i compassi operano in maniera univoca, con la gamba-mina che traccerà la linea sul foglio (o su qualsiasi altra tipologia di supporto) lavorando in combinazione con la gamba-perno.
In primo luogo, l’utente che desidera utilizzare il compasso per realizzare un cerchio perfetto dovrà aprire le “gambe” dello strumento per una misura pari al raggio desiderato. Per intenderci, il raggio di un cerchio è il segmento avente un estremo al centro della figura piana e l’altro sulla circonferenza da tracciare.
Ponendo come esempio l’eventualità di dover tracciare un cerchio di raggio pari a 6 centimetri, l’utente dovrà semplicemente estendere le due gambe del compasso per un valore massimo pari ai 6 centimetri richiesti, una distanza che dovrà intercorrere tra i due assi dello strumento.
Fatto ciò, il passo successivo consiste nel puntare il compasso sul supporto orizzontale. L’operazione è facilitata dal fatto che lo strumento, nella maggior parte dei casi, è dotato di una punta particolarmente appuntita; ciò consente all’utente di poggiare il compasso con facilità, contando sul fatto che la punta penetrerà con delicatezza sul supporto preso in considerazione.
Una volta puntato il compasso, il cerchio potrà essere realizzato con una sola mano: le dita andranno posizionate sulla sommità dello strumento, in cui è presente un’impugnatura cilindrica con piccole scanalature superficiali; con i polpastrelli si dovrà esercitare una leggera pressione per far sì che la gamba del compasso, quella dotata di mina, possa tracciare il proprio solco in seguito alla rotazione dello strumento, operazione resa possibile dal movimento delle dita sull’impugnatura del compasso.
Compiuta una rotazione completa dello strumento, il cerchio risulterà perfetto e ben eseguito.
Dove nasce il compasso? La sua storia
Sebbene il compasso sia uno strumento utile ed essenziale, in ambito grafico, non tutti ne conoscono la storia, nonché i presupposti che, secoli e secoli fa, portarono alla concezione di un simile dispositivo. Ma dove e quando nasce il compasso? Quali sono gli avvenimenti storici degni di nota riguardanti lo strumento in questione?
Una prima testimonianza sull’esistenza del compasso ci perviene dalla mitologia greca, quando la creazione dello strumento venne attribuita al nipote di Dedalo, noto per la sua fama di architetto e inventore. Ciò significa che il compasso dovette già essere particolarmente famoso tra i greci, in virtù della semplicità con la quale lo strumento consentiva di disegnare i cerchi.
Un’ulteriore testimonianza inerente all’esistenza del compasso riguarda una delle opere più celebri di Euclide, gli “Elementi”, risalente a circa 300 anni prima della nascita di Cristo. Nell’opera si fa riferimento al fatto che la riga e il compasso possano essere utilizzati in modo combinato e senza limitazioni, aprendo la strada alla geometria moderna.
Un passo in avanti significativo sarebbe stato effettuato con Galileo, al quale va attribuita l’invenzione del compasso geometrico e militare. Durante il Rinascimento, infatti, si era manifestata l’esigenza di poter utilizzare uno strumento che fosse in grado di combinare i calcoli aritmetici e le operazioni geometriche, in modo tale da poter risparmiare ai progettisti una quantità di tempo considerevole nell’elaborazione di progetti architettonici ed edilizi.
Un miglioramento, da questo punto di vista, era avvenuto grazie all’invenzione cinquecentesca dei compassi di proporzione, impiegati in particolar modo in ambito militare, dove vi era l’esigenza di poter fare affidamento su strumenti sempre più precisi (avvalorati dalla precisione della matematica).
Il compasso galileiano sarebbe arrivato solamente nel 1597. Galileo lo inventò a Padova, essendovi impegnato, all’epoca, per istruire in matematica i nobili più giovani che avevano intenzione di intraprendere la carriera militare. Il compasso in questione si dimostrò eccezionale fin da subito: grazie allo strumento diveniva possibile calcolare le radici quadrate e cubiche delle figure, nonché disegnare poligoni, calcolarne le aree e gli eventuali volumi.
Il successo dello strumento fu straordinario, tanto che Galileo fu chiamato a istruire numerosi sovrani europei sull’utilizzo del dispositivo, essenziale in una vasta gamma di operazioni grafiche e matematiche. Da quel momento in poi, il compasso conobbe una fama ancor più rilevante: il dispositivo fu oggetto di una divulgazione costante da parte del suo inventore, il quale si impegnò nella redazione del saggio “Le operazioni del compasso geometrico” per avvicinare i progettisti all’utilizzo dello strumento.
Il saggio suddetto fu venduto in un ampio numero di copie, così come i primi compassi che, commerciati insieme al volume galileiano, consentirono allo scienziato di racimolare una quantità di denaro notevole. Da quel momento in poi, il compasso ha attraversato i secoli giungendo a noi in forme sempre più raffinate, dalle varianti del XVII e del XVIII secolo, sino ad arrivare ai regoli calcolatori ottocenteschi e, in tempi più recenti, all’avvento del digitale, che ha diminuito l’utilità del buon vecchio compasso.